Pubblichiamo l’interessante intervista dei Colleghi di Winesurf (www.winesurf.it) interessante e utile portale specializzato, allo statunitenseAi??Burton Anderson, una delle pietre miliari del giornalismo del vino e denogastronomico.
Pubblichiamo l’interessante intervista dei Colleghi di Winesurf (www.winesurf.it) interessante e utile portale specializzato, allo statunitenseAi??Burton Anderson, una delle pietre miliari del giornalismo del vino e denogastronomico.
Burton Anderson: nel vino ci vogliono anima, umiltAi?? e conoscenza
Burton Anderson e senza dubbio il giornalista americano che ha fatto conoscere per primo e meglio il vino italiano fuori dai nostri confini. I suoi libri sono pietre miliari del nostro mondo. Siamo onorati e felici di poter pubblicare questai??i??intervista.
Winesurf
In una recente uscita pubblica (durante la presentazione dei Pinot Nero dellai??i??appennino Toscano n.d.r) , ti sei definitoAi?? ai???un vecchio scribacchino lontano dal vino modernoai???. Se questo fosse vero, alloraAi?? il giornalista delAi?? vino moderno in Italia chi A??
Burton Anderson
Io non seguo molto i giornali del vino italiano. I miei giornalisti preferiti sono MasnaghettiAi?? con il sua Enogea e pochi altri. Non seguo nel modo piA? assoluto Gambero, Rosso, Veronelli, Espresso.
W.
PerchAi???
B.A.
PerchAi?? mi danno fastidio.
W.
Eai??i?? una frase forteai??i??
B.A.
Mi danno fastidio perchAi?? usano punteggiAi?? con lai??i??approccio di Parker e di Wine Spectator.Ai?? Per me Il vino A? una cosa bella, simpatica, non A? da esaminare al microscopio. Ognuno puA? assaggiare e dare punteggi ma io non credo che Parker sia capace di assaggiare 120 vini in un giorno e dirmi esattamente come sono, con un punteggio.
W.
Questo perchAi?? tu sei un espertoai??i??perA? magari ci sono tante persone che lo seguono perchAi?? credono in quello che dice..
B.A.
Purtroppo si. Eai??i?? vero che ci sono tanti inesperti , ma per me seAi?? uno ha la potenza di Parker A? automaticamente troppo importante.
W.
Facciamo un salto indietro: quando hai iniziato a parlare di vino italiano negli anni settanta lo hai fatto forse perchAi?? tutti i tuoi colleghi esteri parlavano di vino francese? PerchA? praticamente in Italia non cai??i??era concorrenza?
B.A.
No, maAi?? in effettiAi?? non cai??i??era concorrenza
W.
Si puA? dire che hai trovato un mercato vergine.
B.A.
Cai??i??era VeronelliAi?? che aveva il monopolio sullai??i??informazione sul vino .
W.
Come A? cambiato da allora ad ora il modo di fare giornalismo nel vino?
B.A.
Allai??i??inizio era una sfida. Sono stato tre anni in giro per imparare: non cai??i??erano guide, a parte quella Bolaffi di Veronelli. Poi viaggiando ho sentito nominare tanti produttori , sono andato da loro e li ho fatti conoscere.Ai?? Io ho scoperto tante aziende.Ai?? Veronelli mi ha accusato tante volte di copiarlo e invece non so quanto lui ha copiato me..so soltanto che io ho scoperto tanti produttori di vino. Alla fine perA? non cai??i??era nessuna concorrenza tra noi: VeronelliAi?? aveva il mercato italiano e io un poai??i?? del mercato anglosassone. In realtAi?? un poai??i?? parecchio perchAi??Ai?? il mio primo libro ai???Vinoai??? ebbe un impatto non solo sui consumatori ma anche sui commercianti.
W.
Veniamo ad oggi: secondo te quali sono le tre principali caratteristiche che dovrebbe avere un giornalista enogastronomico?
B.A.
In primo luogo capacitAi?? di comunicare il vino in un senso umano, scrivendo bene. Secondariamente una profonda conoscenza del vino: non solo di quello che hai nel bicchiere, ma la sua origine. Terzoai??i??.nonAi?? soai??i??(riflette) umiltAi??! Manca tanto oggi.
cheap pills W.
Invece le tre caratteristiche che dovrebbe avere un produttore di vino?
B.A.
Anzitutto entusiasmo, grinta, voglia di fare un vino che esprima il suo terroir e che soddisfi lui per primo. PoiAi?? avere un profondo senso e conoscenza degli altri vini, di come sono. Io ho trovatoAi?? tanti produttoriAi?? che fanno vino conai??i??(fa un gesto come se avesse un paraocchi) e sono convinti di fare il vino migliore del mondo. Poi deve essere umile.
W.
Veniamo allai??i??enologo: le tre caratteristiche?
B.A.
Cominciamo con lai??i??umiltAi?? e poi il rispetto. Rispetto dellai??i??origine del vino:Ai?? voler fare un vino onesto che rappresenta il vigneto senza fare aggiunte o troppi trucchi in cantina.
W.
UmiltAi?? , rispetto e ..
B.A.
Conoscenza della concorrenza e dei colleghi.
W.
Quando parlavi di umiltAi?? e rispetto mi A? venuto in mente Gambelli..
B.A.
nome generico de berotec e atrovent Certo! Gambelli era il massimo.Ai?? Lui era unico, ci sono forse altre personeAi?? brave come lui, ma lui era unico per bravura A? umiltAi??. AvevaAi?? un grande senso del fare il vinoAi?? eAi?? una grande di conoscenza del vino stesso, del sangiovese in particolare.
W.
Chi ti viene in menteAi?? che potrebbe essere o essere stato come Gambelli?
B.A
Edoardo Valentini. Era unico anche lui; una persona che non ha fatto mai nessun compromesso con nessuno. Ha sempre fatto il suo vino come voleva fare lui e nei suoi ultimi anniAi?? A? andato anche a studiare la concorrenza. Era un testardo ma anche una grande persona.
W.
Una cosa che mi ha incuriosito nel tuo bellissimo articolo pubblicato su Enogea (EnogeaAi?? nAi??40)Ai?? A? quandoAi??dici che ti sarebbe piaciuto fareAi?? lo scrittore ma non ce lai??i??hai fatta. In che senso?
B.A.
Io sono uno scrittore. Ho sbagliato perchAi?? nel 1990, dopo aver pubblicatoAi?? lai??i??Atlante dei vini dai??i??ItaliaAi?? dovevo cambiare, completamente. Basta col vino! Dovevo scrivere di cucina oppure fare un romanzo o scrivere di altro. Il vino A? una grande cosa ma non A? lai??i??unica cosa del mondo, ad un certo punto invece per me A? diventata una cosa troppo importante.
W.
Sempre nellai??i??articolo su Enogea dici ai???Chi beve vini commerciali spesso basa i suoi acquisti sui punteggi piuttosto che sui propri gusti.ai??? Questo in parole semplici vorrebbe dire che siamo un branco di coglioni e che andiamo dietro a tre che danno punteggi?Ai?? Pensi che il mondo del vino sia realmente cosAi?? anche in Italia?
B.A.
In quella frase pensavo piA? agli americani che seguono Parker e WS, mentreAi?? gli italiani hanno una conoscenza del vino magari di base ma superiore. Tutti hanno un parente che fa il vino oAi?? un vino preferito o vengono da un territorio dove si produce vino. Negli Stati Uniti, a parte forse in California, non A? cosAi??. E credo che gli italiani siano anche meno soggetti a questo tipo di giornalismo fatto di punteggi. Invece la maggior parte degli americani non beve e non vuoleAi?? sapere cosaAi??sia il vino.Ai?? Cai??i??A? una specie di proibizionismo, nel senso che ci sono sette religiose in Usa che dicono che alcool e vinoAi?? non fanno parte del credo di Cristo.Ai?? Forse questi non sanno cosa sia lai??i??ultima cena.. ma cosAi?? A?. Per tanti americani lai??i??alcol A? una cosa proibita e non ne vogliono saperne niente.
W.
Una mia curiositAi??: Hai scritto cheAi??OZ Clarke A? anche un cantante?
B.A.
Lui era anche attore; credo sia stato PeronAi??in Ai??Evita, nella prima presentazione teatrale di Andrew Lloyd Weber a Londra. Eai??i?? uno simpatico ed A? un grande assaggiatore. Tra i grandi scrittori di vino, in generale gli inglesi sono piA? simpatici:Ai??hanno un approccio piA? umano al vino. Il vino non A? solo un prodotto che finisce nel tuo bicchiere e chi se ne frega da dove viene. HughAi?? JohnsonAi??A? stato il pioniere tra quelli che hanno iniziato a girare vigne e cantine, Jancis Robinson A? anche lei bravissima e OZ A? forse la persona piA? divertente nel mondo del vino. Lui il vino non lo degusta e basta, lo beve..Ai?? e ha comunque un grande palato. Quando scrive tu capisci che A? una persona che vive e ama il vino, mentre se io leggo ParkerAi??o WS…queste sono persone che vogliono solo influenzare il pubblico.
W.
Non potrebbe essere ancheAi?? una differenza dovuta alla storia. Il vecchio continente ha sempre avuto il vino nella sua storia , il nuovo solo da poco tempo. E gli italiani?
B.A.
Mi ricordo allai??i??inizio, negli anni 70- 80 quando ti incontravi tra giornalisti del vino era una festa. Non cai??i??era concorrenza. Allora di italiani che scrivevano non ce nai??i??erano molti. Era una vera festa assaggiare il vino, era divertente! Non cai??i?? era la voglia di dimostrare quanto eri bravo. Questo A? arrivato dopo gli anni novanta, dopo il metanoloai??i??.
W.
CheAi??per teAi??A? stata la grande fortuna del vino italiano.
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B.A.
Si ,Ho detto che A? stata la cosa piA? fortunata per il vino italiano ed un blogger,un anno fa ad una degustazione, non avendo la minima idea di chi fossi,Ai??ha sparato la notizia quasi senza spiegazione. Tu sai meglio di me che lo scandalo delAi?? metanolo ha cambiato tutto, ma messo a quel modo..ti avrei fatto leggere i commenti:Ai?? del tipo ai???Ma questo A? un mostroai??? e roba del genere.
W.
Sempre suAi?? Enogea dici una veritAi?? importante: oggi il vino A? mediamenteAi?? molto piA? buono di 30 anni fa. Ma il vino riconoscibile, divertente, quello con lai??i??animaAi?? A? difficile o facile da trovare?
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B.A.
Cai??i??A? una standardizzazione spaventosa:Ai?? prendiamo il sangiovese. Io sono un sangiovesista eAi?? ci sono molti buoni sangiovese piA? oggi che una volta, ma distinguere un chianti da un morellino A? sempre piA? difficile. Questo perchAi?? ci sono enologi che fanno lo stesso stile di vino ovunque vanno, anche con altri vitigni. Naturalmente anche la barrique ha cambiato molte cose: il legno A? una cosa positiva quando A? usato bene ma negativa quando entra in campo solo per dare un gusto o uno stile particolare, per impressionare il consumatore.
W.
Gioco della torre: abbiamoAi?? il giornalista, lai??i??enologo e il produttore. Devi buttarne giA? uno, quale?
B.A.
Il produttore A? essenziale, il produttore A? tutto ma oggi A? difficile per un produttore perfezionare il suo prodotto per venderlo, quindi anche lai??i??enologo A? importante.Ai?? Senza il giornalismo che ne parla A? difficile vendere, ma il giornalista A? il piA? sacrificabile dei tre.
W.
Le tre cose piA? importanti nel vino dal 1980 ad oggi?
B.A.
Lo scandalo del metanolo, il miglioramento della tecnica di fare vino e la terza A? sempre legata al metanolo edAi?? A? il senso di responsabilitAi?? di dare al consumatore un prodottoAi?? sano.
W.
Leggendoti eAi?? sentendoti parlare trovo in te tre cose: tristezza, molta ironia e poca speranza nel futuro nel mondo del vino.
B.A.
SperoAi??di sbagliarmiAi??ma credo che il vino diventerAi?? sempre piA? un prodotto alimentare, di diversiAi?? livelli qualitativi se vogliamo ma senza lai??i??anima che aveva prima. Lai??i??anima A? importante, A? una parola chiave, anche tornando alle tre caratteristiche di giornalista enologo e produttore. Questai??i??ultimo deveAi?? avere anche lai??i??anima,Ai??senza dubbio.Ai??Anche il giornalista deve avere lai??i??anima, perchAi?? devi sentire quello che scrivi. PerA? sono anche convintoAi?? che se uno scrive in maniera stereotipata avrAi?? molto piA? successo di me. QuestoAi?? perchAi?? il lettore A? sempre piA? disinteressato. Gli interessano solo due-tre cose: il punteggio, se il vino A? fruttato e magari il colore, ma non gli importa cosa sia realmente quel vino.
W.
Secondo te un degustatore che fa una guida A? un giornalista?
B.A.
No , non A? necessario: A? piA? un tecnico, un analista, uno che riesce a dire quali sono le qualitAi?? di un vino, magari in un modo abbastanza facile da seguire, per poi dare un punteggio che A? indispensabile: questoAi?? anche se oggi per fortuna ci sono delle persone che non usano la scala dei 100 punti . Infatti questa scala di valutazione che senso ha? Se vai sotto 90 sei A? un vino di serie B, sotto 80 di serie C,Ai?? a 75 cai??i??A? il purgatorio e lai??i??inferno. Allai??i??opposto lai??i??idea di dare 100 ad un vino A? sbagliata, perchAi?? non credo che il vino perfetto sia mai stato fatto. Come fanno a dire che un vino A? perfetto? Se Parker assaggia, per esempio un Cote de Nuits diAi?? Leroy e gli da 100, poi la settimana dopo assaggia un vino migliore cosa fa? Gli da 102?Che senso ha? Allora Io preferireiAi?? usare una scala da uno a 10, come valutano i calciatori. Probabilmente la stragrande maggioranza dei vini sarAi?? tra 5 e 7-8.
W.
Ma Le guide, sto parlando dellai??i??Italia, sono servite a qualcosa?
B.A.
Certo! Prima cai??i??era una conoscenza del vino a livello locale, oggi invece i sono tante persone che si interessano a tutti i vini italiani. Sono servite senzai??i??altro; certo che hanno troppa autoritAi??, influenzano troppo la selezione commerciale del vino e portano il consumatore a non avere piA? fiducia in se stesso.
W.
Pensi che questa influenza ci sia anche adesso?
B.A.
Ho seguito le guide per alcuni anni e poi ho smesso: non ho guardato la guida del Gambero Rosso per almeno 10-12 anni. Lai??i??unica cosa che guardo A? la guida delle guide, quella che fa civiltAi?? del bere.
W.
Secondo te il futuro sarAi?? per le guide cartacee o sul web o in altri formati?
B.A.
Io credo che purtroppo andrAi?? tutto su internet. Che senso avrAi?? comprare una guida annuale se puoi andare sul sito internet della stessa guida? Anchai??i??io prendo tutta la mia informazione da internet.
W.
Infatti ho letto che avresti potuto fare un nuovo libro solo consultando internet invece che girando per cantineai??i??a proposito, dovessi fare adesso un libro sul vino italiano, su cosa lo faresti?
B.A.
Non lo farei! Sicuramente no.
W.
PerchAi???
Order B.A.
PerchAi?? sono sicuro non avrebbe pubblico, non sarebbe un successo.
W.
Stai parlando per un pubblico di lingua inglese?
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B.A.
Si,anche se i miei libri principali sono stati tradotti in 5-6 lingue. Credo che ormai la parola scritta sul vino non abbia molta importanza per un normale lettore.
W.
Cosa ha importanza, il numero?
B.A.
Il numero e il fatto che posso andare su internet e trovare qualsiasi informazione subito. Se io scrivo un libro, un bel libro parlando di tanti personaggi del mondo del vino, di terroir, di tutto le cose che a me piacciono soprattutto dal punto di vista umano, sono sicuro non avrAi?? successo.
W.
Quindi tu pensi che il modo giusto per parlare di vino sia seguire lai??i??aspetto umano e far conoscere la persona e la sua azienda.
B.A.
Era il mio modo di fare, come era quello di altri, comeAi?? Hugh Johnson , Jancis Robinson, Nick Belfrage. Tutti scrittori molto bravi perA? credo che quelai??i??epoca sia finita.Ai??Poi il fatto che io scrivo solo sui vini italiani vuol dire che ho un mercato A? molto limitato. Credo di essere al livello di Oz Clarke e di Hugh Johnson come scrittore di vino, ma loro parlano di tutto il mondo. Cai??i??A? anche il fattore che non sono bravo a vendereAi?? me stesso, non sono bravo in senso commerciale.Ai??Mi piace stare a casa, pensare e scrivere o andare in giro a prendere le informazioni che mi possono interessare. Ci sono persone che scrivono male, veramente male e che riescono a vendere best seller.Ai?? In inglese in particolare, ma anche in italiano. Sembrano libri scritti da idioti, perA? usano un linguaggio stereotipato e hanno successo. Io invece ho sempre scritto piA? per me cheAi?? per il pubblico A? questa A? stata una scelta sbagliata. In maniera egoistica pensavo che quello che interessava a me interessasse anche agli altri e qui ho sbagliato.
W.
Da brava persona che ha sbagliato, un consiglio ai giovani che vogliono entrare in questo mondo: cosa devono fare o non fare?
B.A.
Devono cercare di comunicare il mondo del vino in modo onesto, sincero, con umiltAi?? e con lai??i??anima, perA? anche conAi??il senso di dover vendere, perchAi?? se non vendi A? inutile scrivere; devi sempre avere un occhio sul mercato. Io non lai??i??ho fatto e ho pensato a scrivere per persone come me, piA? o meno della mia etAi?? e oggiai??i??.di questai??i??etAi??ai??i??..ce ne sono sempre meno.
Pubblichiamo l’interessante intervista dei Colleghi di Winesurf (www.winesurf.it) interessante e utile portale specializzato, allo statunitenseAi??Burton Anderson, una delle pietre miliari del giornalismo del vino e denogastronomico.
Burton Anderson: nel vino ci vogliono anima, umiltAi?? e conoscenza
Burton Anderson e senza dubbio il giornalista americano che ha fatto conoscere per primo e meglio il vino italiano fuori dai nostri confini. I suoi libri sono pietre miliari del nostro mondo. Siamo onorati e felici di poter pubblicare questai??i??intervista.
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In una recente uscita pubblica (durante la presentazione dei Pinot Nero dellai??i??appennino Toscano n.d.r) , ti sei definitoAi?? ai???un vecchio scribacchino lontano dal vino modernoai???. Se questo fosse vero, alloraAi?? il giornalista delAi?? vino moderno in Italia chi A??